L’Umbria, culla di spiritualità e borghi medievali, nasconde un patrimonio di curiosità storiche che mescolano folklore, eventi improbabili e tradizioni bizzarre. Questi episodi, tramandati con orgoglio, rivelano un volto inedito della regione: quello di una terra capace di trasformare rituali pagani in atti d’identità collettiva e di accogliere miti globali con entusiasmo popolare. Ecco alcune delle tradizioni e curiosità più affascinanti.
Gubbio: la città dei “Matti Patentati”
La Fontana del Bargello, nota come Fontana dei Matti, è il simbolo di una tradizione goliardica nata nel 1880. Secondo il rito, chi compie tre giri di corsa attorno alla fontana alla presenza di un cittadino eugubino, viene “battezzato” con la sua acqua e ottiene la Patente di Matto, attestato di cittadinanza onoraria. L’attestato è fisico e viene rilasciato dall’Associazione Maggio Eugubino. Per chi ne volesse ottenere una senza però superare alcuna prova, ne potete comprare una versione souvenir nelle botteghe. Questa, però, è diversa dalla versione autentica.
Ma quale è l’origine di questa strana usanza? Antichi documenti suggeriscono che chi partecipava tre volte alla corsa dei Ceri (in onore di Sant’Ubaldo) acquisiva diritto alla “follia onoraria”. Una teoria più oscura, citata da studiosi locali, ipotizza che l’area fosse contaminata da iridio, metallo tossico che avrebbe alterato il comportamento degli abitanti. Oggi, il titolo di “matto” celebra la libertà di spirito: «Matto è chi è libero, sognatore, alleato delle passioni».
Buffalo Bill a Perugia (1906)
Nel marzo 1906, il leggendario William “Buffalo Bill” Cody arrivò a Perugia con il suo Wild West Show, trainato da quattro treni carichi di 500 cavalli, 800 performer (cowboy, nativi americani, figuranti arabi) e animali esotici. L’accampamento a Piazza d’Armi attirò migliaia di curiosi, incluso il fattore di casa Sorbello, che credette Buffalo Bill un ibrido tra «un bufalo e un billo» (dialetto per “tacchino”). Probabilmente, la sua opinione fu influenzata dal nome d’arte di William.
Lo spettacolo, della durata di due ore, includeva ricostruzioni di eventi storici, quali l’attacco alla diligenza, la battaglia di Little Bighorn con Toro Seduto, e numeri di abilità. Quello più popolare era il tiro al bersaglio.
L’impatto fu così profondo che, alla partenza, Uguccione Ranieri di Sorbello scrisse: «I fuochetti della paglia raccontavano al vento che il Far West era passato da noi. Era il primo aprile, e il vento non ci avrà creduto».
Il Palio della Balestra: una tradizione che risale al 1461
A Gubbio, l’ultima domenica di maggio si svolge il Palio della Balestra, competizione tra i balestrieri di Gubbio e Sansepolcro che si svolge ininterrotta dal 1461. I tiratori usano balestre “da banco” medievali, mirando al “tasso”: un cono di legno con un bersaglio di 15 cm di diametro. La vittoria si decide estraendo le frecce conficcate nel “pallino” (centro di 3 cm). La cerimonia include:
- Cortei storici in costumi quattrocenteschi;
- Scambio di doni tra le città;
- Cena comune tra i contendenti, a suggello di un’antica fratellanza.
Festa della Palombella a Orvieto
Ogni Pentecoste, Orvieto rivive un’antica emozione con la Festa della Palombella. Istituita nel Quattrocento, celebra la discesa dello Spirito Santo attraverso il volo simbolico di una colomba.
Alle 12, dal tetto di San Francesco, spicca il volo un uccello meccanico – oggi protetto da un tubo trasparente – che scorre lungo una corda metallica tesa sopra Piazza del Duomo, tra due tabernacoli: il Paradiso (partenza) e il Cenacolo (arrivo).
Il suo volo è carico di auspici per il raccolto futuro. Gli Orvietani trattengono il fiato: un tragitto fluido promette prosperità; se invece la colombina non dovesse arrivare a destinazione, non sarebbe augurio di buon auspicio. L’arrivo è accompagnato dall’accensione di fiammelle sulla testa degli Apostoli posti sul Cenacolo stesso.
Nonostante il volo della Palombella sia il clou della manifestazione, tutta la giornata è giornata di festa. Se quindi visiterete Orvieto a Pentecoste, potrete assistere a cortei storici e vedere sbandieratori e musici riempire le vie di colori e melodie medievali.
Infiorate di Spello: onorare il passaggio del corpo di Cristo con i fiori
Durante il Corpus Domini, le strade di Spello si trasformano in delle vere e proprie galleria di arte con 70 quadri floreali, creati con petali, foglie e semi. L’evento (nato nel 1930) richiede mesi di preparazione: gli “infioratori” disegnano bozzetti ispirati a temi religiosi, poi li riempiono con materiali naturali. La fragilità dell’opera è parte del rito: la processione eucaristica calpesta i tappeti, distruggendoli in un atto di devozione.
Queste curiosità rivelano un tratto identitario umbro: la capacità di santificare il quotidiano e teatralizzare il sacro. La Fontana dei Matti trasforma una corsa in un atto d’appartenenza e perfino un cowboy americano diventa pretesto per un’integrazione culturale ante litteram. Per riprendere le parole di Uguccione Ranieri dopo lo spettacolo di Buffalo Bill: «Sotto un cielo plumbeo, i fuochetti della paglia raccontavano al vento che il Far West era passato da noi» . E in quel vento – tra follia patentata, frecce medievali e colombe meccaniche – risuona l’anima più autentica dell’Umbria: mai convenzionale, sempre pronta a stupire.